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Amanita verna

 

Da "vernus" (lat.) - primaverile. Per la sua presunta stagione di crescita. 

Nomi volgari: Tignosa di primavera.

 

Cappello: 3-8 cm., emisferico poi piano, nudo, leggermente viscoso, bianco o leggermente ocraceo al centro, margine liscio, minuto.

 

Lamelle: molto fitte, con numerose lamellule, bianche, libere al gambo.

 

Gambo: 4-10x0,6-1,5 cm. cilindrico, leggermente ingrossato verso la base bulbosa , gracile, pieno, poi farcito, infine cavo, bianco con pruina in superficie. Anello intero, cascante. Volva bianca, membranosa, chiusa sul bulbo.

 

Carne: tenera, bianca, senza odore caratteristico; sgradevole negli esemplari vecchi.

 

Habitat: nei boschi di latifoglia soprattutto in terreno calcareo: da primavera all'autunno. Rara.

 

Grado di tossicità: VELENOSO MORTALE come l'Amanita phalloides; provoca sindrome citotossica con particolare azione selettiva sulle cellule epatiche.

 

OSSERVAZIONI: L'Amanita verna o Amanita di primavera (cresce tuttavia anche in autunno; in questo caso si tratta quasi sempre di forme bianche di A. phalloides) si differenzia dall'Amanita phalloides per il suo colore bianco. I caratteri morfologici sono uguali. È particolarmente ingannevole a causa della sua rassomiglianza con specie commestibili come la Lepiota naucina e simili. Gli Agaricus bianchi con tutte quelle specie indicate come simili alle forme biancastre della Amanita phalloides. La presenza della volva, mancante nei suoi simili, è il carattere più sicuro per evitare fatali abbagli. Si raccomanda perciò di considerare sempre il fungo intero.

 

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A cura del Gruppo Micologico "G. Bresadola" di Arezzo

 

 

 

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