GENERE HYOSCYAMUS
Hyoscyamus niger
HABITAT - CENNI STORICI - PRINCIPI ATTIVI - AZIONI FARMACOLOGICHE - MODI D'IMPIEGO - NOTA
(Pianta Velenosa da non usare)*
Importante: i preparati galenici di questa monografia, sono riportati esclusivamente a titolo didattico o conoscitivo, poiché trattandosi di pianta molto velenosa, i suoi preparati sono di esclusiva competenza del farmacista (Adriano Sonnini)
Hyoscyamus niger L. Nomi volgari: Giusquiamo nero, Fava porcina, Erba apollinaria, Cassilaggine, Erba da piaghe. È una pianta erbacea, annuale o biennale, villosa, vischiosa, fetida, con radice fusiforme ramificata. Il fusto eretto è alto 30-80 cm- Le foglie sono molli, vellutate, ovali-bislunghe, grossolanamente dentate o quasi pennatifide. I fiori sessili, formano un racemo foglioso all'estremità dei rami. Il calice è campanulato con 5 denti acuti. La corolla imbutiforme, divisa in 5 lobi arrotondati, è di colore giallo pallido reticolata da vene bruno-violacee e bruno-violacea nella fauce. Gli stami sono 5, incurvati, l'ovario biloculare. Il frutto è una capsula (pisside) chiusa nel calice accresciuto.
HABITAT Cresce presso le case e nei ruderi, dal mare alla zona montana nella penisola e le isole maggiori. Fiorisce da maggio ad agosto.
CENNI STORICI La conoscenza del Giusquiamo si perde nella notte dei tempi. I Babilonesi, gli Egizi, gli antichi Indiani, i Persi e gli Arabi non lo ignoravano, come del resto i Greci e i Romani. È ricordato nel papiro di Ebers come calmante per il mal di denti.
Nel XV secolo il Giusquiamo serviva come narcotico ed analgesico durante le operazioni chirurgiche. Nell'Amleto, Shakespeare fa avvelenare il Re dormiente con il succo di Giusquiamo versato nell'orecchio. Gli zingari se ne servivano per i loro imbrogli e ciarlatanerie ed insieme ai cavadenti hanno contribuito a diffonderne la specie.
PRINCIPI ATTIVI Le foglie, i semi e la radice contengono principalmente due alcaloidi, la josciamina e la scopolamina. La josciamina durante l'essicamento o per riscaldamento si trasforma in parte in atropina. Nella pianta sono presenti inoltre un glucoside amaro, la joscipicrina, amido, gomma, mucillagine, zucchero, un olio grasso e sali di calcio, potassio, magnesio.
AZIONI FARMACOLOGICHE La pianta esercita azione antispasmodica, calmante, analgesica, narcotica e midriatica. I suoi effetti sono paragonabili a quelli della Belladonna, ma mentre questa da luogo a manifestazioni di delirio violento il Giusquiamo provoca assopimento e poi sonno profondo con sogni spaventosi. È indicato nelle tossi spasmodiche, la tosse asinina, le bronchiti croniche, le nevralgie, specialmente del trigemino, le convulsioni, la corea, l'isteria, l'epilessia, le palpitazioni e le malattie mentali accompagnate da agitazione.
MODI D'IMPIEGO Si usa la tintura alla dose di 0,50-2 g al giorno. L'estratto alcoolico in pillole alla dose di 0,05-0,10 g, lo sciroppo a 10-30 g al giorno. Per uso esterno con le foglie si confezionano sigarette contro l'asma, e si consigliano l'olio o la pomata per frizioni calmanti.
NOTA La specie vicina Hyoscyamus albus L. chiamato volgarmente Giusquiamo bianco, con fiori gialli senza venature, gode delle medesime proprietà.
Tratto da: Piante medicinali e velenose della flora italiana
Edizioni artistiche Maestretti - Istituto Geografico De Agostini Novara
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