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GENERE DIGITALIS

Digitalis Purpurea

HABITAT - CENNI STORICI - PRINCIPI ATTIVI - AZIONI FARMACOLOGICHE - MODI D'IMPIEGO - NOTA

Digitalis lanata

HABITAT - PRINCIPI ATTIVI - AZIONI FARMACOLOGICHE - MODI D'IMPIEGO - NOTA

 

(Pianta Velenosa da non usare)*

Importante: i preparati galenici di questa monografia, sono riportati esclusivamente a titolo didattico o conoscitivo, poichè trattandosi di pianta molto velenosa, i suoi preparati sono di esclusiva competenza del farmacista (Adriano Sonnini)

 

Digitalis purpurea

L. Nomi volgari: Digitale, Guancelli, Erba araldo.

È una pianta erbacea biennale o perenne, tomentosa per peli articolati, con fusto semplice, eretto, o con qualche ramo nella parte superiore, alto 50-150 cm. Le foglie ovali, oblunghe sono crenate dentate: le inferiori

grandi e picciolate le superiori sessili e gradata- mente decrescenti. I fiori sono raccolti in racemo unilaterale, terminale. Il calice pubescente è diviso in 5 segmenti ovali oblunghi. La corolla grande;

campanulata, pendente, di colore porporino con macchie più forti all'interno, è cigliata nel lembo. troncata obbliquamente e con lembi poco salienti- Gli stami sono 4 didinami rinchiusi nel tubo corollino. L'ovario è ovato oblungo, biloculare con stilo filiforme e stimma bifido. Il frutto è una capsula pelosa glandulosa.

AD ALTA RISOLUZIONE

HABITAT — Cresce nei luoghi selvatici in terreno siliceo, spesso coltivata per scopo ornamentale o medicinale. Fiorisce in maggio-luglio.

CENNI STORICI — Le proprietà medicinali della Digitale non erano conosciute dagli antichi. Nonostante che in Italia, in Grecia ed in Asia Minore crescano diverse specie di Digitali contenenti glucosidi cardiotonici, queste non furono utilizzate dai medici greci e latini. Dato che per molti secoli le conoscenze mediche si basavano quasi esclusivamente sui testi di Dioscoride e Plinio anche per tutto il Medio Evo ed il Rinascimento le virtù medicinali della Digitale rimasero ignorate. Mattioli non la nomina nei suoi scritti, Fuchs la considerava un equivalente della Genziana. Nel 1785 W. Withering medico di Birmingham avendo appreso da una vecchia guaritrice l'uso della Digitale e dopo averlo sperimentato per dieci anni, divulgò il suo impiego ed in particolare l'attività sul cuore. Impiegato con dosi eccessive e con indicazioni imprecise cadde di nuovo nell'oblio. Solo nel 1842 R. P. Debreyne lo indicò definitivamente come cardiotonico. Dopo di allora moltissimi ricercatori studiarono la droga. Nel 1845 Homolle e Quevenne prepararono la digitalina amorfa; nel 1869 Nati velie isolò la digitalina cristallizzata. Nel 1874 Schmiedeberg estrasse quattro prodotti, la digitalina, la digitossina, la digitaleina e la digitonina. Queste due ultime sostanze, risultarono in seguito una sostanza unica. Kraft ed Hartung nel 1912, Windaus e Schneckenburg nel 1913 ed altri autori isolarono altri prodotti. A. Stoll e W. Kreiss per ultimi nel 1934 dimostrarono che molte di queste sostanze non sono che prodotti di scissione dei glucosidi primitivi contenuti nelle foglie.

PRINCIPI ATTIVI — Secondo Stoll e Kreiss nelle foglie sono contenuti i glucosidi, purpureo-glucosidi A, B, C, che per scissione danno digitossina, gitossina e gitalina. Nelle foglie sono contenuti inoltre digitonina, gitonina (saponine) un colorante, il digito-flavone, mucillagine, enzimi, acidi organici, manganese. Secondo le ricerche di Dafert il contenuto in glucosidi è massimo nel pomeriggio, perché durante la notte sono utilizzati dalla pianta.

AZIONI FARMACOLOGICHE — La Digitale rallenta il numero dei battiti del cuore rendendo la sistole ventricolare più energica e regolare ed aumentando l'ampiezza della sistole. Nei casi di insufficienza cardiaca consegue un innalzamento della pressione arteriosa, riassorbimento degli edemi e la diuresi si ristabilisce. Si impiega nelle malattie acute e croniche in cui il cuore ha bisogno di essere tonificato e di aumentare la diuresi, nelle polmoniti, nelle forme iniziali della tubercolosi polmonare, nelle cardiopatie valvolari in fase di scompenso. È controindicata nelle degenerazioni, nella atrofia, e nelle ipertrofie del cuore, in certe aritmie e nei casi di intolleranza gastrica. I prodotti attivi della Digitale sono eliminati con difficoltà e perciò si ha il fenomeno dell'accumulo. Per questo la cura digitalica non può durare per lungo tempo. Dosi eccessive od anche dosi piccole ma continuate per molto tempo possono provocare seri inconvenienti, cardiaci, gastro-intestinali e nervosi. Si ha caduta del polso che può arrivare a 50-40 ed anche 30 pulsazioni per minuto, malessere generale, ansietà, violenti dolori all'epigastro, vertigini, vomiti in- coercibili. Il polso diventa poi rapido e precipitoso, con cianosi, disturbi visuali ed alla fine il collasso. Le dosi tossiche sono molto variabili anche perché è variabile il contenuto di principi attivi nelle foglie. In generale si ritiene che 10 g. di foglie secche o 40 g. di foglie fresche possono provocare la morte in un uomo.

MODI D'IMPIEGO — La polvere di foglie si usa alla dose di 0,20-1 g nelle ventiquattro ore in cartine o in pillole od in infuso o macerato. L'infuso o il macerato non si possono conservare per più di una giornata perché tendono a decomporsi. L'estratto fluido si prende alla dose di 0,05-0,50 g nella giornata. La tintura alcoolica preparata con zoo g per litro di alcool si prende alla dose di 5-10 gocce fino a 5 g prò die (una goccia corrisponde a circa g 0,01 di foglie).

NOTA — Le foglie delle piante selvatiche sono più ricche di principi attivi di quelle coltivate. Si raccolgono le foglie caulinari al momento della fioritura, possibilmente dopo mezzogiorno o con tempo secco.

Digitalis lanata

Ehrh. Nome volgare: Digitale lanata. 

È una pianta erbacea perenne con fusto eretto, cilindrico, glabro nella parte inferiore, cotonoso nella parte superiore, alto 80-120 cm. Le foglie sono alterne, grandi oblungo-lanceolate o lanceolate, glabre con il margine cigliato, le inferiori picciolate, le superiori sessili. I fiori di colore biancastro, venati di bruno sono raccolti in racemo terminale allungato. Il calice è diviso in 5 lobi lanceolati, tomentosi. La corolla con il tubo panciuto è vellutata, glandulosa, divisa in 4 lobi disuguali, il labbro superiore è bifido e più corto di quello inferiore. Gli stami sono 4, didinami rinchiusi nel tubo corollino. Il frutto è una capsula ovoide bivalve.

HABITAT — È una pianta originaria dell'Europa orientale e da noi coltivata a scopo industriale. Fiorisce in giugno-luglio.

PRINCIPI ATTIVI — Contiene molti glucosidi ad azione cardiotonica. Secondo Stoll e Kreiss si possono dividere in tre gruppi: lanatoside A (glucosidi della digitossigenina), lanatoside B (glucosidi della gitossigenina) lanatoside C (glucosidi della digossigenina). Con i metodi della cromato- grafia furono isolati diversi altri glucosidi come la diginatina, la lanatoside D e la lanatoside E. La Digitalis lanata contiene inoltre un glucoside inattivo, la diginina, la digitonina e la gitonina (saponine), acido formico, acido antirrinico, acetico, succinico, enzimi, tannino, materie grasse, vitamina C, colina.

AZIONI FARMACOLOGICHE — Possiede azione cardiocinetica, cardiotonica e diuretica come la Digitalis purpurea ma superiore a quest'ultima. Questa maggiore attività sembra dovuta ad una maggior quantità di principi attivi contenuti nella droga ed anche al fatto che i lanatosidi sono meno termolabili e più resistenti alle azioni enzimatiche.

MODI D'IMPIEGO — Si prepara un infuso con 0,40 g di polvere di foglie in 130 g d'acqua a 60-70° da prendere nelle 24 ore. La polvere s'impiega alla dose di 0,10-0,40 g in cartine, o pillole prò die. L'estratto fluido da 3 a io gocce.

NOTA — Diverse altre specie di Digitalis appartenenti alla nostra flora contengono complessi glucosidici ad azione cardiotonica e diuretica, come la Digitalis lutea L., chiamata volgarmente Aralda, Erba Aralda, Capo di cane, a fiori di colore giallo in racemo unilaterale, denso, a fiori orizzontali, con corolla a lobi grandi, riflessi all'esterno, l'inferiore, ovale, acuto, munito di peli radi: cresce nei boschi e nei luoghi selvatici montani nell'Italia settentrionale e centrale fino agli Abruzzi; la Digitalis ambigua Murr., chiamata volgarmente Digitale a grandi fiori, pianta alta 40-80 cm con fiori pendenti raccolti in racemo lasso unilaterale, corolla grande, di colore giallo, pelosa, glandulosa a lembo tagliato obbliquamente: cresce nella zona submontana e montana dell'Italia settentrionale; la Digitalis ferruginea, chiamata volgarmente Digitale ferruginosa, pianta alta 50-120 cm con fiori raccolti in racemo denso, terminale con corolla di colore giallo rugginoso, minutamente pelosa, glandulosa a lobi superiori brevi rotondati, l'inferiore barbato internamente: cresce nei luoghi montani dell'Italia centrale e meridionale. Quest'ultima specie è particolarmente attiva e velenosa.

Tratto da: Piante medicinali e velenose della flora italiana

Edizioni artistiche Maestretti - Istituto Geografico De Agostini Novara

*Nota del Webmaster

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