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 ERBORISTERIA A SINALUNGAmonografia del veratro e suoi veleni, il veratro non può essere venduto in erboristeria in quanto pianta eroica, veratro: proprietà medicinali, Veratrum album: azioni farmacologiche, modi d'impiego della pianta velenosa Veratrum album, habitat e cenni storici del veratro

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GENERE VERATRUM

Veratrum album

HABITAT - CENNI STORICI - PRINCIPI ATTIVI - AZIONI FARMACOLOGICHE - MODI D'IMPIEGO - NOTA

(Pianta Velenosa da non usare)*

Importante: i preparati galenici di questa monografia, sono riportati esclusivamente a titolo didattico o conoscitivo, poiché trattandosi di pianta molto velenosa, i suoi preparati sono di esclusiva competenza del farmacista (Adriano Sonnini)

Veratrum album L. Nomi volgari: Veratro, Elabro bianco, Elleboro bianco. — È una pianta erbacea perenne con rizoma breve, cilindrico, di colore nerastro, munito di numerose radici. I fusti fistolosi sono alti 60-150 cm. Le foglie alterne sono largamente ovali od ellittiche, pubescenti di sotto e munite di numerose nervature parallele. I fiori, numerosi, brevemente pedicellati sono formati da 6 tepali uguali di colore verdastro o giallo-verdastro e riuniti in pannocchia ramosa, terminale.

AD ALTA DEFINIZIONE

HABITAT — Cresce nei pascoli submontani e montani delle Alpi e degli Appennini. Fiorisce in giugno-luglio.

CENNI STORICI — L'Elleboro bianco era conosciuto fin dai tempi antichi ed usato in medicina come vomitivo e drastico o come calmante negli stati di eccitazione psicomotoria; rimane dubbia tuttavia l'identità con il Veratrum album. Dioscoride dice che Filonide di Enna aveva scritto un trattato sulla droga e la consigliava anche come emmenagogo. Mesuè la proibiva a causa della grande tossicità. Mattioli dice che ai suoi tempi non si impiegava più la polvere perché troppo pericolosa ma piuttosto il macerato. Il succo del rizoma serviva per avvelenare le frecce ed il decotto come antiparassitario per distruggere mosche, topi, ecc. I medici del XV e XVI secolo prescrivevano il Veratro contro le malattie mentali, la paralisi, l'epilessia, la sciatica, l'idropisia ma a poco a poco data la sua pericolosità il rimedio venne abbandonato.

PRINCIPI ATTIVI — La parte usata in medicina, il rizoma, è fortemente tossica ma, anche le parti aeree lo sono parimenti. Contiene diversi alcaloidi, (protoveratrina, protoveratridina, germerina, jervina, rubijervina, pseudojervina, veratralbina), un glucoside amaro, grassi, idrati di carbonio ed una materia colorante gialla. Non vi si trova veratrina che è invece estratta dal Veratrum sabadilla Retr.

AZIONI FARMACOLOGICHE — IL. Veratro possiede un'energica azione emeto-catartica, ipotensiva, analgesica, antifebbrile, sternutatoria, scialagoga, vescicatoria.

MODI D'IMPIEGO — La polvere si dà alla dose di 3cg 3-4 volte al giorno e il decotto (60 cg in un litro di acqua) ad una tazza al giorno. Della tintura se ne prendono 10-30 gocce al giorno. Per uso esterno si consiglia il decotto preparato con 10-12 g in un litro di acqua o una pomata preparata con 4 parti di polvere e 32 parti di sugna.

NOTA — II Veratrum nigrum L. con fiori rosso scuri gode delle stesse proprietà del Veratrum album. La droga è attualmente poco usata per la sua alta tossicità, ma si verificano ancora avvelenamenti perché incauti raccoglitori confondono la pianta, specialmente quando non è fiorita con la Genziana. Per il riconoscimento delle due piante vedi alla voce Gentiana lutea.

 

Tratto da: Piante medicinali e velenose della flora italiana

Edizioni artistiche Maestretti - Istituto Geografico De Agostini Novara

*Nota del Webmaster

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