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Chimica-Farmacologica degli Alcaloidi

Gli alcaloidi sono dei composti organici azotati, appartenenti a gruppi chimici eterogenei, che godono di alcune proprietà comuni:

• presentano una reazione alcalina.
Il termine alcaloide significa, infatti, «simile agli alcali» sebbene non tutti gli alcaloidi siano delle basi;
• sono di origine vegetale.
Anche questa regola generale ha le sue eccezioni poiché il regno animale offre qualche esempio di alcaloide;
• contengono un atomo di azoto (N) in anello eterociclico.
Non mancano, però, esempi di alcaloidi nei quali l'azoto è extraciclico (ordeina, galegina, efedrina, capsaicina, damascenina). Ad essi viene, talvolta, riservato il nome di amine alcaloidiche.
• generalmente hanno la capacità di indurre, anche a dosi molto piccole, importanti azioni biologiche sia sull'uomo sia sugli animali.
La scoperta e l'isolamento degli alcaloidi dai vegetali costituisce un importante contributo della scienza chimica del XIX° secolo.
Nel 1803 il farmacista francese Derosne pubblica una memoria sull'oppio con la quale rende nota, per la prima volta, l'avvenuta estrazione di un sale cristallizzato a reazione alcalina che egli designa col nome di «sale d'oppio».
L'anno seguente Friedrich Wilhelm Senurner, farmacista tedesco praticante ad Hannover, separa la morfina e l'acido meconico dall'oppio, ma bisogna attendere fino al 1817 perché la presenza di composti organici di natura basica sia universalmente accettata.
In quell'anno, infatti, F.W. Serturner dimostra in modo netto il carattere basico della morfina, cioè la sua capacità di neutralizzare gli acidi.
Da questo momento i rapidi progressi della chimica farmaceutica portano all'isolamento di altri alcaloidi vegetali: la caffeina (1818), la chinina e l'emetina (1820), la coniina (1827), la nicotina (1828), la codeina (1832), l'atropina, la iosciamina e la colchicina (1833). Alla fine di quello stesso secolo sono oltre cento gli alcaloidi chiaramente identificati.
11 gruppo degli alcaloidi costituisce, attualmente, un importante capitolo della chimica organica.
Oggi si conoscono oltre 3.000 alcaloidi, isolati da circa 4.000 specie, e molti di essi possiedono potenti attività farmacologiche. Per questa ragione la loro azione sull'organismo umano è stata studiata approfonditamente.
Numerose piante ad alcaloidi hanno svolto, per la loro capacità di influire sui processi dell'ideazione e sul comportamento, un importante ruolo sociale e religioso nell'ambito di molti popoli antichi.
Esse rientravano, oltre che nella composizione di medicamenti, anche nelle formule di bevande impiegate nel corso di riti religiosi e divinatori.
È probabile che l'uso di queste sostanze fosse, in principio, limitato a pochi gruppi di iniziati e in particolare alla casta sacerdotale. In Messico, nell'epoca pre-colombiana, le cerimonie religiose erano guidate da sacerdoti che masticavano piccoli pezzi di Peyotel con lo scopo di raggiungere uno stato di piena esaltazione religiosa e di stimolare le capacità percettive cosi importanti ai fini delle predizioni. Particolare rilievo hanno avuto quei vegetali, come il Peyotel (Echinocactus williamsi), la Psilociba (Psylociba mexicana), l'Agarico muscario (Amanita muscaria), l'Oppio (latex condensato ottenuto dalle capsule immature del Papaver somniferum) e la Coca (Erythroxylum coca), che contengono delle sostanze capaci di evocare allucinazioni, cioè, secondo la definizione di Bali, delle percezioni senza oggetto, oppure di «sospendere» le emozioni inducendo un illusorio stato di benessere fisico e mentale.
La gamma delle allucinazioni suscitate è estremamente varia e molteplice potendo interessare tutti i più diversi settori della sfera psico-sensoriale (visive, uditive, tattili, gustative, ecc.) e raggiungere, talvolta, effetti rappresentativi di grande verosimiglianza e spiccata intensità.
Sostanze come la mescalina e la psilocibina, inducono allucinazioni visive che, nelle forme semplici, si avvertono come foiopsie (scintille, bagliori, lampi, stelle splendenti variamente colorate, ecc.) mentre in quelle più complesse sotto forma di scritte o intere frasi che esprimono, di solito, ammonimenti o profezie; oppure allucinazioni uditive in veste di semplici ronzii, gemiti, urla o come interi discorsi portatori di consigli, minacce e predizioni. Appare chiaro in quale maniera queste percezioni della coscienza, ritenute reali pur mancando di ogni oggetto esteriore adeguato ad evocarle, abbiano sollecitato la fantasia delle popolazioni primitive che, non di rado, sono giunte a divinizzare le piante capaci di produrre questi fenomeni psichici anormali.

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© 2000 Stefan Holmberg