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Quali sono le proprietà della Caffeina?

La Caffeina
La caffeina è l'omologo superiore della teobromina e corrisponde alla trimetil-l-3-7-xantina.
È stata scoperta nei semi di Caffè quasi contemporaneamente da Runge e Robiquet nel 1818, poi da Pelletier e Caventou nel 1821.
Successivamente venne segnalata anche nelle foglie di Thè (Thea sinensis Sims) e del Mate (Ilex paraguariensis St. Hil.), nei semi di Guaranà (Paulinia sorbilis L.) e di Cola (Cola acuminata Schott e Ende e C. vera Schumann).
La pianta del caffè, appartenente alla famiglia delle Rubiacee, è originaria dell'Africa orientale e del Sudan;
passata in coltivazione in Arabia, ebbe da Linneo il nome di Coffea arabica. Oggi si coltiva in varie parti del mondo e soprattutto nel Brasile.
È un alberello alto da 2 a 10 m, sempreverde, con foglie ovali e fiori bianchi odorosi; il frutto è una bacca prima verde poi rosso-bruna a maturità, che contiene due semi a due facce, una convessa ed un'altra piana, quest'ultima percorsa da un solco longitudinale penetrante profondamente nel corpo del seme: misurano circa 1 cm di lunghezza e mezzo di larghezza.
La caffeina agisce soprattutto sul sistema nervoso centrale, sull'apparato cardiovascolare, sull'apparato respiratorio e sulla funzione renale.
A piccole dosi questo alcaloide provoca un lieve eccitamento dei centri corticali facilitando la percezione delle eccitazioni sensoriali, l'associazione delle idee e, in ultima analisi, il lavoro intellettuale.
È possibile che questi effetti siano dovuti ad una maggiore irrorazione sanguigna della corteccia conseguente ad una azione dilatatrice dei vasi cerebrali.
La caffeina favorisce la diuresi, secondo il meccanismo generale dei diuretici purinici e migliora l'eliminazione dei cloruri, dell'urea e della creatina.
Interessante è l'azione della caffeina sui muscoli striati dei quali aumenta la forza di contrazione della fibra muscolare, soprattutto quando il muscolo è affaticato.
La caffeina accelera il numero dei battiti cardiaci (azione cronotropa positiva) non attraverso una influenza sul vago ma per eccitazione del nodo seno-atriale ed aumenta lievemente l'energia della contrazione cardiaca (azione inotropa positiva) in seguito ad un effetto diretto sul miocardio.
I centri bulbari risultano anch'essi influenzati dall'azione eccitante dell'alcaloide: più sensibili risultano il centro respiratorio e quello vasocostrittore. L'influenza sui vasi non è univoca: si ha vasocostrizione nel distretto dello splancnico (visceri) mentre sui vasi renali, coronarici e cerebrali esercita una azione dilatatrice.
Nei normotesi e per piccole dosi dell'alcaloide, la pressione generale non è modificata ma si può avere un aumento nei casi in cui la pressione sia anormalmente diminuita.
Ad alte dosi la caffeina è tossica. Le dosi di circa 1 g producono nell'uomo cefalgia, impossibilità di fissare le idee, agitazione, gastralgia, nausea, insonnia, dolori alla regione cardiaca, allucinazioni, crampi e vertigini.
L'intossicazione cronica da caffeina è rarissima mentre è abbastanza frequente quella da caffè (una buona tazza di caffè, fatta con 15 g di polvere, contiene circa 0.1 g di caffeina) o da droghe caffeiche (caffeismo).
In terapia la caffeina si impiega come cardiotonico, diuretico e stimolante del sistema nervoso centrale.

Da: Chimica e Farmacologia delle Piante Medicinali
Marzio Pedretti
Erboristeria Domani Libri
Studio Edizioni sas

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